Mentre in quasi tutto il mondo la politica fa quadrato per superare questa pandemia, in Italia siamo in piena crisi di governo. O quasi.
È di poche ore fa l’annuncio di Matteo Renzi del ritiro della delegazione di Italia Viva dal Governo Conte II. La crisi di governo vera e propria si verificherebbe con le dimissioni del Presidente del Consiglio, ma è innegabile come questo annuncio apra la strada a diversi scenari.
Cos’è la crisi di governo?
Nelle ultime settimane non si è parlato d’altro, impropriamente. La crisi di governo si verifica nel momento in cui il Governo, a seguito della rottura della fiducia con il Parlamento, rassegna le proprie dimissioni.
La “crisi” di questi giorni può essere definita extraparlamentare, in quanto puramente politica e legata al venir meno del supporto di una parte della maggioranza che ha formato il Governo. In questo caso il riferimento è al gruppo politico di Italia Viva che, seppur formato “nel palazzo” e dopo la nomina dei ministri, ha fatto pesare i suoi diciassette voti al Senato.
Si parla di crisi parlamentare quando invece la compagine governativa è sfiduciata dal Parlamento per mezzo dell’approvazione di una mozione di sfiducia o di un voto contrario alla fiducia.
Possibili scenari futuri
I prossimi giorni saranno di grande incertezza politica per il nostro Paese. Nessuna forza politica ha ancora scoperto le proprie carte e pertanto potrebbero essere principalmente tre gli scenari futuri.
In ogni caso l’arbitro sarà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che già durante il suo discorso di fine anno auspicò unità e coesione nella politica. Restando evidentemente inascoltato.
Governo Conte III
Il Governo è ancora in carica e potrebbe restarci se, andando alla conta in Parlamento, trovasse i voti per una diversa ma solida maggioranza. Il Presidente e i Ministri resterebbero al loro posto e si procederebbe alla nomina dei nuovi membri.
Tutti parlano dei cosiddetti “responsabili”, ovvero di parlamentari appartenenti al Gruppo Misto o ad altre forze politiche che potrebbero sostenere un nuovo Governo con alla guida il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Conte potrebbe comunque andare a riferire in Parlamento sulla crisi politica, evitando la conta e rimettendo il proprio mandato nelle mani di Mattarella.
Nuovo premier e nuova maggioranza
Nel caso in cui Giuseppe Conte rassegnasse le proprie dimissioni, il Presidente della Repubblica potrebbe avviare le consultazioni con le forze politiche e i presidenti di Camera e Senato. Nel caso in cui svanisse l’ipotesi di un Governo Conte III, potrebbe conferire l’incarico ad un nuovo Presidente del Consiglio.
I nomi più gettonati sono quelli di Mario Draghi e Marta Cartabia.
È l’ipotesi che avrebbe spinto Italia Viva a trascinare il Paese in crisi politica e che potrebbe trovare il sostegno di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e dei 19 senatori di Renzi, Bonino e Calenda.
Elezioni
Nel caso in cui la crisi non trovasse uno sbocco parlamentare, il Presidente della Repubblica potrebbe sciogliere le Camere e indire elezioni anticipate. Si andrebbe al voto non prima di 45 giorni dallo scioglimento e nel termine massimo di 70 giorni.
È lo scenario meno probabile. A seguito del referendum costituzionale dello scorso 29 marzo, il prossimo Parlamento passerà da 945 seggi a 600 e tanti deputati e senatori vedrebbero in bilico la propria riconferma.
Inoltre con la legge elettorale oggi in vigore, il c.d. Rosatellum, diversi partiti (compresa Italia Viva) non riuscirebbero neppure a superare la soglia di sbarramento del 3%. È per tale motivo che probabilmente la crisi sarà risolta “all’interno del palazzo”.
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