«Fedez batte il Codacons» ma il Codacons risponde e accusa il Corriere di aver dato vita a uno «scoop “flop” di grave disinformazione». Chi ha ragione? Tutto quello che c’è da sapere della lite tra Fedez e il Codacons.
Non si placano le polemiche sulla lite tra il Codacons e Fedez. A poche ore dalla richiesta del PM di archiviazione, il Codacons ribatte ai giornali accusandoli di disinformazione.
QUANDO E PERCHÉ NASCE LO SCONTRO: LA RACCOLTA FONDI CONTRO IL COVID-19
Lo scorso marzo, all’inizio della pandemia, Fedez e Chiara Ferragni hanno avviato una raccolta fondi per finanziare la creazione di un reparto per la cura dei pazienti COVID-19 all’ospedale San Raffaele di Milano.
Un gesto esemplare al quale, tuttavia, è seguito un provvedimento d’urgenza dell’Antitrust. L’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, conosciuta come Antitrust) ha emanato il 22 marzo, a pochi giorni dal lancio della campagna, un provvedimento d’urgenza per interrompere la campagna di crowdfunding avviata sul sito web www.gofundme.com. Il motivo che ha indotto l’AGCM a emanare il provvedimento sarebbe legato ai costi connessi alle transazioni con carte di debito o credito e a eventuali commissioni facoltative da parte dei consumatori. Secondo AGCM, al momento della donazione sulla piattaforma, il consumatore si sarebbe trovato a versare non solo una somma pari alla donazione ma anche una quota percentuale della somma donata già impostata, e che l’utente avrebbe potuto annullare solo facendo click su un pulsante nel menù a tendina. Il consumatore sarebbe stato «quindi indebitamente condizionato nella scelta della commissione, che di fatto non è più facoltativa come promesso».
A questo provvedimento, Fedez ha risposto attaccando il Codacons, che a sua detta avrebbe segnato la raccolta fondi proprio all’AGCM, causandone così il provvedimento d’urgenza. Per il rapper l’associazione avrebbe avuto intenzione di «bloccare tutte le raccolte fondi private cioè tutti i milioni di euro che sono stati raccolti per gli ospedali pubblici, di cancellarli e stopparli. […]».
COME REAGISCE IL CODACONS: LA QUERELA
Alle frasi di indignazione di Fedez sono seguiti anche commenti di critica da parte dei follower di Fedez nei confronti del Codacons.
Il Codacons decide, quindi, di reagire e sporge querela nei confronti di Fedez e dei suoi follower. In particolare, ha contestato a Fedez i seguenti reati:
- diffamazione nella forma aggravata di cui al comma 3 dell’art. 595 C.p., cioè con mezzo di pubblicità;
- istigazione a delinquere di cui all’art. 414 c.p.
PERCHÈ IL CODACONS SPORGE QUERELA
Il Codacons sporge querela dal momento che il reato di diffamazione è procedibile solo a querela della persona offesa. Pertanto, affinché le autorità procedano in ordine a tale reato, è necessario che la vittima si rivolga alle autorità competenti dichiarando la volontà di procedere in ordine a un fatto di reato. Per scoprire di più sulla querela, leggi questo articolo.
Nella querela presentata, il Codacons ha esposto i fatti che, a parer loro, integrerebbero il reato di diffamazione e istigazione a delinquere. Quanto al primo reato, consisterebbe nell’aver accusato il Codacons sui propri social di:
- «bloccare tutte le raccolte fondi private cioè tutti i milioni di euro che sono stati raccolti per gli ospedali pubblici, di cancellarli e stopparli. […]“)»;
- di «di aver promosso sul sito web del Codacons una raccolta fondi truffaldina, in quanto sponsorizzata come una raccolta fondi contro il Coronavirus, mentre, di fatto, i proventi erano destinati all’Associazione (“SFRUTTARE IL CORONAVIRUS PER FARSI DONARE DEI SOLDI“, “[…] Ed intanto fanno una campagna, loro, spacciata per l’aiuto alla lotta contro il coronavirus, quando in realtà i soldi vanno a loro che si occupano di tutela dei diritti dei consumatori che con il coronavirus non c’entra un cazzo, ma stiamo scherzando? […]“, etc»;
- «di aver sfruttato l’emergenza sanitaria ed il clamore mediatico seguito alle dichiarazioni del Sig. Lucia per ottenere maggiore visibilità (“[…] quello che questo Carlo Rienzi vuole, ovvero visibilità distruttiva mangiando sopra le macerie di una tragedia. […]“)»;
- di voler ottenere solo «visibilità distruttiva mangiando sopra le macerie di una tragedia. […]»
Inoltre, il Codacons accusa Fedez di aver istigato i suoi fan a deliquere, affermando che «internet non è un mezzo diffamatorio, si può dire il cazzo che si vuole, quindi vorrei aggiungere a tutto quello che ho detto in precedenza, caro Codacons, che potete andare a fare in culo” (cfr. All. 1)».
IL PM ARCHIVIA: FEDEZ HA BATTUTO IL CODACONS?
Dopo aver condotto le indagini, il Pubblico Ministero ha richiesto l’archiviazione.
Cosa significa?
Significa che il PM non ha ritenuto che vi siano elementi idonei e validi a sostenere l’accusa, cioè elementi in virtù dei quali emerga la responsabilità penale di Fedez. Il PM ha ritenuto che non si integrerebbe il reato di diffamazione in quanto Fedez ha solo evidenziato un problema sulla trasparenza nella comunicazione con gli utenti. Pertanto, le dichiarazioni dovrebbero essere considerate critiche conformi alla libera manifestazione di opinioni, non infamanti.
Il pubblico ministero ha chiesto quindi al giudice per le indagini preliminari di archiviare il caso ai sensi degli articoli:
- 408 c.p.p.: la notizia di reato è infondata;
- 411 c.p.p.: la persona non è punibile per particolare tenuità del fatto.
FEDEZ HA VINTO?
Una bella soddisfazione per Fedez ma, di certo, non (ancora) una vittoria. Dopo la richiesta di archiviazione, le strade sono due:
- Il giudice per le indagini preliminari accoglie la richiesta: se non è fatta opposizione, il giudice per le indagini preliminari accoglie la richiesta di archiviazione pronunciando decreto motivato e restituendo gli atti al PM.
- Il giudice per le indagini preliminari non accoglie la richiesta: il giudice non accoglie la richiesta di archiviazione. Entro tre mesi dalla richiesta di archiviazione deve fissare la data dell’udienza in camera di consiglio per sentire le parti. A questo punto, il giudice, dopo l’udienza può:
- pronunciare ordinanza di archiviazione;
- disporre che il PM conduca altre indagini;
- disporre che il PM formuli l’imputazione nei confronti di Fedez.
Quindi, non è ancora detta l’ultima parola. Per ora non ci resta che incrociare le dita per Fedez, sperando che questa querelle non prosegua nelle aule di un tribunale.
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